Pagina:Salgari - La Città dell'Oro.djvu/141


Una freccia mortale 133

così secca e di gusto così sgradevole, che persino certe tribù indiane la sdegnano. Lascialo andare, che si è meritata l’esistenza.

— Pure mi hanno detto che gl’indiani la cacciano attivamente.

— Sì, ma per averne la pelle, la quale, essendo molto resistente, serve per fabbricare scudi e delle ottime scarpe.

— Ma che animali sono questi tapiri? Che esistenza conducono? Non sono carnivori?

— Sono solitari, di umore piuttosto malinconico e niente affatto carnivori; perciò inoffensivi. Vivono isolati in fondo alle più folte foreste che non abbandonano che al tramonto per recarsi nelle paludi. Talvolta, durante i giorni piovosi, escono anche di giorno, ma di rado però. Sono dei veri anfibi, poichè prediligono l’acqua e vi s’immergono con facilità per cercare il loro nutrimento il quale consiste in radici acquatiche che scavano con quella corta proboscide che tu vedi mobilissima.

— È vero, dottore, che i tapiri formano delle strade in mezzo ai boschi?

— Sì, Alonzo. Facendo sempre la medesima via dal loro covo alla palude più vicina e così pure nel ritorno, senza mai deviare d’una linea, finiscono col