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Le testuggini dell'Orenoco 117

Il dottore aveva detto il vero: quel rettile era realmente una testuggine careto, ma ridotta in uno stato compassionevole. Non aveva più il suo bellissimo guscio bruno chiazzato di macchie rossastre e trasparenti, pareva che fosse stato strappato brutalmente. Il dorso era tutto una piaga sanguinante, ma coperto qua e là da un principio di sostanza cornea ed ineguale.

— Mille fulmini! — esclamò Alonzo, stupito. — Chi ha ridotto in questa raccapricciante condizione questo povero rettile? I caimani forse?

— No, — disse il dottore, — i cacciatori di tartaruga.

— Cosa volete dire?

— Che i cacciatori hanno strappato il guscio a questa testuggine, per impadronirsi della scaglia.

— Spiegatevi meglio, dottore.

— Voglio compiacerti, giovanotto. Ti dirò adunque che sull’Orenoco, sull’Amazzone e sui grandi fiumi di tutta l’America del Sud, vi sono bande d’uomini che fanno una caccia spietata a questi disgraziati rettili. Se le testuggini prese sono grasse (e per accertarsene praticano una profonda incisione sotto la coda) le uccidono impadronendosi del guscio e del grasso da cui si ricava un olio limpido, dai riflessi verdognoli, di una squisitezza incredibile, superiore a tutti gli olii co-