Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
116 | la città dell'oro |
— Se ne trovano soventi sulle rive di questo fiume, — rispose il dottore. — Si dice che in quelle buche vadano a dormire le razze, ed infatti vedete che hanno precisamente la forma di quei pesci.
— Che sia vero?
— Non lo so, ma così dicono i pescatori e gl’indiani.
— E quell’animale che striscia laggiù e che cerca di guadagnare quel crepaccio, cosa sarà? — chiese Alonzo, imbracciando il fucile.
— Una testuggine, — disse il dottore.
— Una testuggine! Ma se è priva del guscio? Io vi dico che è un rettile di nuova specie.
— T’inganni, giovanotto, è una vera testuggine e della specie careto.
— Ma non vedete che è un mostro orribile e pare scorticato di recente?
— Uccidilo e mangeremo un buon arrosto, — disse il dottore, sorridendo.
Il giovanotto non si fece ripetere il comando e con una palla ben aggiustata stese a terra quello strano animale, proprio sull’orlo del crepaccio che stava per raggiungere.
Il cacciatore si slanciò innanzi seguito dal dottore, mentre Yaruri e don Raffaele accendevano il fuoco per preparare la promessa frittata.