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112 | la città dell'oro |
vano altre testuggini più piccole bensì, ma col guscio assai più bello e più pregiato. Erano di colore bruno, chiazzate di macchie rossastre irregolari, ma i loro gusci sono formati di tredici lamine poste sopra e dodici sotto. È dalle prime solamente che si ricava la tartaruga messa in commercio.
— Ma cosa fanno tutte quelle testuggini? — chiese Alonzo.
— Stanno seppellendo le loro uova, — rispose il dottore. — Andiamo a fare una frittata.
Yaruri aveva già afferrati i remi e spingeva lentamente la scialuppa verso la sponda. Le testuggini però vegliavano e accortosi della presenza dei nemici facendo sforzi disperati raggiunsero il fiume e si tuffarono rapidamente.
— Non monta, — disse don Raffaele. — Ci rifaremo colle uova.
Toccata la sponda, s’affrettarono a sbarcare, ma Alonzo, con sua grande sorpresa, non vide alcun uovo.
— Ma dove sono? — chiese.
— Sotto la sabbia, — disse don Raffaele, — ma ti sfido a trovarle. Solamente gl’indiani sono capaci di scoprirle.
— Avranno lasciato qualche segno dove le hanno sepolte.