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102 | la città dell'oro |
— Guarirà? — chiese Alonzo.
— Fra un mese la ferita sarà rimarginata.
— Ma che liquido ha versato sul musco?
— L’uenuba, la panacea indiana delle piaghe, un succo che ha la proprietà di essiccare prontamente le ferite.
In quell’istante il mutilato si era rialzato. Egli additò ai compagni il fiume dicendo:
— Il mio braccio è rimasto là.
— Lo ritroveremo, — risposero i suoi compagni.
— Mi occorre il cuore del caimano.
— Lo mangerai presto.
— Ed il mio braccio.
— Lo riavrai.
Ciò detto gli Ottomachi coricarono il loro compagno in un’amaca che avevan tesa fra i due rami, gli fecero bere una lunga sorsata di liquore estratto dalle radici del manioca fermentato, poi si diressero verso il fiume e si misero a scrutare le acque con profonda attenzione.
— Cosa fanno? — chiese Alonzo.
— Si preparano a vendicare il loro compagno, — rispose don Raffaele. — Fra poco uccideranno il caimano.
— Colle frecce?
— Lo prenderanno col laccio. Eccoli al lavoro.