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I.
Yaruri.
— Bada, Alonzo! Se ti piomba addosso, non so se il medico, quell’ottimo Velasco, saprà accomodarti le ossa.
— Non temere, cugino, ho il polso fermo e l’occhio sicuro.
— Ma quei dannati giaguari spiccano tali salti da far invidia alle tigri indiane. Anche la settimana scorsa mi hanno storpiato uno schiavo presso la foce dell’Arauca, sebbene quel disgraziato fosse un abile cacciatore.
— Ma non aveva fra le mani un buon fucile.
— Una freccia intinta nel velenoso curaro vale quanto una palla di fucile.
— Non mi fido, cugino Raffaele, di quelle frecce.
— Hai torto. Volano via silenziose e non falliscono