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La zattera vivente. | 93 |
Alvaro, ritto sulla riva col fucile in mano, lo seguiva cogli sguardi, evidentemente soddisfatto della sua trovata.
— Andrò a prenderlo presto, — si disse il mozzo. — Una zattera non è difficile a costruirsi quando si ha una buona scure e del legname in abbondanza, e vedo che gli alberi non mancano sulle rive della palude.
La testuggine continuava la sua corsa, sbuffando. Non cercava più di cacciarsi in mezzo alle victorie e alle canne temendo probabilmente di provocare da parte del suo strano cavaliere una tempesta di legnate.
Già un buon miglio era stato attraversato, quando il mozzo s’accorse di essere seguito da un paio di caimani.
Le brutte bestiaccie si tenevano quasi interamente sommerse, non mostrando che l’estremità del muso e le piante acquatiche che erano cresciute sul loro dorso, sperando di avvicinarsi inosservati, ma il mozzo che guardava anche alle spalle si era subito accorto della loro presenza dalla scia che si lasciavano indietro.
Si tenevano però ad una distanza di quaranta o cinquanta passi e pareva, che almeno pel momento, non avessero alcuna intenzione di assalirlo. Probabilmente erano molto sorpresi e fors’anche inquieti e non riuscivano a rendersi un conto esatto che cosa fosse quello strano cavaliere che pareva galoppasse sulle acque della savana.
— Ecco una scorta pericolosa che rimanderei volentieri, — disse Garcia più seccato che atterrito. — Che vogliano mangiare le zampe al mio cavallo? Fortunatamente ci sono qui io a difenderlo.
Ritirò più che potè i piedi e armò l’archibugio, risoluto a servirsene se i due rettili avessero dato segno di intenzioni aggressive.
La testuggine, come se si fosse accorta del pericolo, aveva raddoppiata la corsa. Anzi di quando in quando volgeva il capo verso il mozzo come per chiedergli protezione.
I due jacarè non pareva che avessero fretta ad assalire. Seguivano però sempre la testuggine nella sua corsa disordinata, mostrando talvolta le loro mascelle armate di formidabili denti. Garcia cominciava ad inquietarsi ed a trovarsi anche a disagio. La riva era ancora lontana più d’un miglio e mezzo ed in quella parte della savana non si scorgeva alcun isolotto su cui rifugiarsi nel caso che la povera testuggine venisse assalita e privata delle sue zampe.