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80 Capitolo Settimo.

armate di una vera rastrelliera d’avorio, si spalancarono sprigionando quel fetore nauseante di carni corrotte che esalano le gole sanguinose delle belve.

Carracho! — esclamò Alvaro, puntando rapidamente l’archibugio già armato e cacciando la canna entro l’enorme gola del rettile. —

Risuonò una detonazione soffocata, giacchè le due formidabili mascelle si erano subito rinchiuse, credendo di stritolare come un fuscello la grossa canna del fucile.

Il caimano, che aveva inghiottita la carica, bruciandosi e fracassandosi la gola, si rizzò tutto d’un colpo sulla coda come un serpente che sta per scagliarsi sulla preda, lanciando un profondo muggito, poi cadde all’indietro agitando pazzamente le zampe larghe e palmate.

— Pare che abbia trangugiato malamente il confetto di piombo, — disse Alvaro. — Deve essergli rimasto in gola. Troppo goloso, mio caro! Dovevi prima masticarlo bene!

Si era alzato per spingersi innanzi, ma ad un tratto si sentì atterrare e scaraventare dieci passi lontano, in mezzo ad un fitto cespuglio che per sua fortuna gli attutì la violenza del colpo.

Il sauriano non era ancora morto non ostante la spaventevole ferita e furioso aveva vibrato un colpo di coda colla speranza di abbattere ancora i suoi nemici. Se fosse stato ancora nella pienezza delle sue forze, Alvaro sarebbe stato certamente colpito a morte, possedendo quei rettili una tale potenza nella loro coda da fracassare perfino i fianchi delle scialuppe. Fortunatamente quel colpo non era stato vibrato che debolmente.

Il mozzo, vedendo il portoghese a cadere ed il caimano rivoltarsi ancora come se si preparasse a caricare, gli sparò precipitosamente una seconda archibugiata senza ottenere alcun successo. Ignorando la incredibile resistenza che offrono le scaglie ossee che ricoprono il dorso di quei mostri, aveva mandato il proiettile un po’ dietro le spalle e la palla si era schiacciata senza produrre alcuna lesione grave.

— Signor Alvaro! — urlò, atterrito, vedendo il sauriano riaprire le mascelle.

Il signor di Correa, quantunque intontito da quella volata assolutamente inaspettata, non aveva perduta la sua presenza di spirito.

Udendo il secondo sparo, aveva compreso che il ragazzo si trovava in pericolo. Si sbarazzò d’un colpo solo dei rami che lo