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L’assalto del «jacarè». | 75 |
cia. — che il canotto è assolutamente inservibile o che lo abbiamo riparato male, fa acqua da tutte le parti e le mie scarpe cominciano a nuotare.
— Abbiamo dell’altro canape e lo calafateremo meglio. Perdinci! Questo isolotto è un vero paradiso e faremo una indigestione di banani. M’immagino che quelli americani non saranno meno gustosi di quelli africani e di quelli asiatici.
— E vi sono anche degli uccelli signore, se vorremmo regalarci un arrosto più saporito di quello di stamane.
— E gl’indiani, te li sei dimenticati? Se udissero in questo momento uno sparo non tarderebbero ad accorrere. Hanno troppa passione per la carne bianca.
— Già, la crederanno di pollo, — rispose il mozzo, sforzandosi di celiare.
Legarono il canotto sulla riva e sbarcarono portando con loro le armi e le munizioni.
L’isolotto era coperto d’erbe foltissime e da gruppi d’alberi sotto i quali regnava un’ombra deliziosa. Bande di leggiadri trochilus minimus, i più piccoli degli uccelli mosca, svolazzavano sopra i loro nidi in forma di cono rovesciato, trillando e battagliando con grande ardore, poichè per quanto siano piccoli non sono meno bellicosi degli altri volatili.
— Ci staremo bene qui, — disse Alvaro, — e potremo aspettare, senza troppo annoiarci, che gl’indiani se ne siano andati.
— Avremo però da risolvere l’eterna questione della colazione o del pranzo, signore, — disse il mozzo, — e mi pare che non sarà facile su questo pezzetto di terra.
— E non pensi che io ho degli ami?
— Ah! È vero, me n’ero dimenticato, signore.
— Facciamo il giro della nostra possessione e poi getteremo gli ami. Troveremo qualche vermiciattolo fra queste erbe.
Seguirono le rive dell’isolotto, battendo i cespugli coi calci degli archibugi, onde accertarsi che non vi fossero serpenti, poi si fermarono presso un gruppo di canne palustri osservando attentamente l’acqua.
— Ho veduto delle ombre a scivolare fra le foglie delle piante acquatiche, — disse Alvaro. — I pesci non devono mancare in questa palude.
Il mozzo aveva già raccolto parecchie larve e sfilacciata una sagola che gli serviva a sostenersi i calzoni. Tagliarono due canne, prepararono gli ami e si provarono a lanciarli in mezzo alle lar-