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332 | Conclusione. |
formato il progetto di valersi di lui per tentare la conquista del Brasile.
Trovato però il modo d’informare il re Giovanni del Portogallo e accordatosi con un ricco armatore francese, riusciva alcuni mesi dopo a lasciare di soppiatto la corte e fuggirsene a Lisbona.
Qualche anno dopo Caramurà, che non aveva dimenticata la sua tribù e che non voleva mancare alla promessa fatta, s’imbarcava alla volta del Brasile guidando una grossa spedizione armata da Francesco Pereira Coutinho a cui il re Giovanni aveva concesso in feudo la vasta provincia marittima compresa fra il fiume San Francesco e la Punta Padram di Bahia.
Era però quel Coutinho un avventuriero senza scrupoli che essendo stato molti anni nelle Indie orientali, aveva contratto l’orgoglio della prepotenza e la crudeltà del conquistatore.
Sbarcato nel Brasile invece di seguire i consigli di Caramurà, aveva cominciato a incrudelire contro gli stessi Tupinambi, senza pensare che quegli indiani erano i più formidabili guerrieri del Brasile.
Che più? Spinse la sua audacia fino ad arrestare l’Uomo di fuoco e tradurlo prigioniero su una nave, per fare dispetto ai selvaggi.
Invece si sparse la voce che Caramurà era stato assassinato.
Paraguazu, la bella brasiliana, arma i suoi sudditi ed invoca anche il soccorso dei Tamoie, altri formidabili guerrieri.
I brasiliani mettono tutto il paese a ferro ed a fuoco. Bruciano i villaggi portoghesi e le fabbriche di zucchero, trucidano i coloni e lo stesso figlio di Coutinho e dovunque fanno fronte, con rara intrepidezza agli avventurieri europei.
Quella guerra durò parecchi anni finchè Coutinho, disperando ormai di vincerli e perdute tutte le fortezze si vide costretto a salvarsi sulla nave e fuggire vergognosamente nella vicina capitaneria d’Os-Ilhèos che cominciava già a prosperare sotto la saggia amministrazione del portoghese Figuredo.
Aveva però condotto con sè Alvaro. Fosse l’influenza di quell’uomo, fosse il desiderio di vivere in pace dopo tanta guerra, fra gli emissari di Coutinho ed alcuni capi dei Tupinambi fu fatto un accordo il quale doveva conciliare l’interesse dei due popoli.
Già stavano per sottoscrivere il trattato, quando l’irascibile Coutinho avendo ricevuto rinforzi, ruppe le trattative e veleggiò nuovamente verso Bahia per punire i Tupinambi.