Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Conclusione.
Dieci giorni dopo Caramurà veniva nominato gran capo dei Tupinambi e fondava un nuovo villaggio all’estremità della baia di Reconcavo, nel luogo ove sorge la città di Bahia.
Per lunghi anni rimase fra i selvaggi che avevano imparato ad apprezzarlo grandemente, difendendoli contro gli assalti di tutte le tribù indiane e rendendosi temuto in tutto il Brasile meridionale.
Sposo di parecchie figlie di capi celebri, aveva già fondata una numerosa famiglia e si era rassegnato a terminare i suoi giorni fra le foreste del Brasile, quando un giorno una nave normanna andò a gettare l’àncora nella baia di Reconcavo.
Il desiderio di rivedere il suo paese e gli uomini della sua razza era diventato tale, che non potè rifiutare le offerte fattegli dal capitano di ricondurlo in Europa.
Dopo aver promesso solennemente alle sue orde di tornare un giorno, s’imbarcò conducendo con sè Paraguazu, la preferita delle sue mogli, non osando mostrarsi fra i suoi con una famiglia così numerosa.
Si narra che le altre mogli, vedendolo abbandonare la costa del Brasile, si gettarono in acqua supplicandolo di condurle con loro e che parecchie preferirono annegarsi piuttosto che dimenticare l’Uomo di fuoco che tutti riguardavano con un semi-dio.
Il normanno però, invece di sbarcarlo a Lisbona, come era stato pattuito, lo condusse in Normandia, mandandolo alla corte di Francia dove Paraguazu, la bella brasiliana, fece furore e fu accolta con grandi onori da Enrico II e da Caterina de’ Medici.
Fu anzi battezzata ed ebbe per padrini il re e la regina che la colmarono di regali.
Se tutte quelle cose lusingavano l’amor proprio di Caramurà, sopra tutto però gli stava a cuore il desiderio di tornare in patria, ciò che invece non garbava ai reali di Francia i quali avevano