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Assediati nel carbet dei prigionieri. 291

dove è sbucato costui! Io credevo che fosse fuggito con Diaz e Rospo Enfiato.

Il giovane indiano era comparso sulla soglia d’un carbet che si trovava proprio di fronte alla prigione.

Pareva assai triste quel bravo ragazzo e aveva le lagrime agli occhi. Fece di nascosto alcuni segni ai due assediati, poi scomparve entro il carbet.

— Sono lieto d’averlo veduto, — disse Alvaro al mozzo.

— Non potrà fare nulla per noi, signore, — rispose Garcia. — Se si provasse a salvarci lo mangerebbero senza troppi scrupoli quantunque sia stato adottato dalla tribù!

— Chissà, — disse Alvaro. — Eh! Che gl’indiani tentino qualche cosa? —

Il cerchio si era spezzato ed i guerrieri entravano in un immenso carbet, il più vasto che esisteva nel villaggio e dove già Alvaro aveva veduto ritirarsi poco prima dei capi e sotto-capi, riconoscibili pei loro diademi di penne di tucano.

— Si radunano a consiglio, — disse al mozzo. — Avremo presto qualche novità.

— Che si risolvano ad assalirci?

— Si proveranno, forse.

— Preveniteli, signore.

— Sì, facendo fuoco sul carbet, — rispose Alvaro. — Quando conosceranno meglio la potenza del mio archibugio forse non oseranno tentare l’attacco. —

Il carbet dove si erano radunati i capi ed i guerrieri si trovava all’estremità della piazza, ad una distanza di trecento passi.

Alvaro che voleva impressionare quei selvaggi e persuaderli che l’Uomo di fuoco era invincibile e che possedeva realmente il fuoco celeste, mirò la porta della capanna e sparò.

Urla spaventevoli scoppiarono in tutto il villaggio.

Uomini, donne e fanciulli si precipitavano fuori dalle capanne fuggendo all’impazzata verso le cinte; come se l’intera aldèe fosse lì lì per saltare in aria o prendere fuoco.

Nel carbet poi dove si trovavano radunati i guerrieri, il tumulto era spaventevole. Pareva che tutti quei selvaggi fossero stati tramutati in belve feroci, perchè ululavano come lupi e ruggivano come giaguari.

— Che abbia ammazzato qualcuno? — si chiese Alvaro, ricaricando precipitosamente l’archibugio.