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270 Capitolo Ventisettesimo.

— disse, volgendosi verso Diaz. — Ora siamo sicuri che si trova nelle mani dei Tupy.

— Che cos’hai trovato?

— La polvere che tuona.

Rospo Enfiato così dicendo mostrava una borsa di pelle dalla quale aveva fatto uscire alcuni granelli neri, raccogliendoli nel palmo della destra.

— Me ne ricordo ancora, — disse. — Il gran pyaie con questa provocava il lampo ed il tuono. —

Diaz si era slanciato verso di lui, strappandogli la borsa dalle mani.

— La riconoscete? — chiese, mostrandola ad Alvaro.

— La provvista di polvere da sparo di Garcia! — esclamò il portoghese con viva commozione.

— Sì, la sua, — disse Diaz.

— Sicchè voi credete?

— Questa è una prova che Garcia è stato rapito dai Tupy.

— Che sia ancora vivo?

— Non ne dubito.

— Ah! Povero ragazzo!

— Oh! Noi lo salveremo, dovessimo raccogliere tutte le tribù dei Tupinambi e piombare sui rapitori.

Signor Viana ecco della polvere che può diventare preziosa.

— E che non lascerò a questi morti, — rispose Alvaro. — La mia provvista comincia già a scarseggiare.

— Il gran pyaie bianco mi segua, — disse in quel momento Rospo Enfiato. — Ormai siamo sul sentiero di guerra dei Tupy e lo seguiremo fino alla grande aldèe dove tuo figlio si trova prigioniero. —