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Rospo Enfiato. 259

CAPITOLO XXVII.

Rospo Enfiato.


Non era da stupirsi che Alvaro si fosse mostrato altamente sorpreso a udir parlare di tabacco, foglia che in quell’epoca era assolutamente sconosciuta a tutti gli europei e anche agli asiatici.

Anche Cristoforo Colombo era rimasto assai stupito vedendo gl’indiani delle terre da lui scoperte, gettar fumo dalla bocca, ciò che gli aveva fatto supporre dapprima che quegli uomini mangiassero il fuoco.

Quantunque i suoi marinai a più riprese e anche i navigatori spagnoli che continuarono più tardi le scoperte, l’avessero provato, pure il tabacco rimase sconosciuto in Europa fino al 1580, epoca in cui Nicoti, ambasciatore di Francia alla corte del Portogallo, lo rese popolare, introducendolo alla corte francese dove fu subito apprezzato non per fumarlo bensì per fiutarlo.

Fu Caterina de’ Medici, regina di Francia, che per la prima diede a quell’aromatica foglia una certa celebrità che divenne ben presto mondiale.

Sir Walter Raleigh, l’esploratore dell’Orenoco, l’aveva però già fatta conoscere in Inghilterra.

Vedendo gli indiani a fumare quelle foglie si provò ad imitarli e ne contrasse presto l’abitudine.

Si narra anzi un grazioso aneddoto che dimostra la sorpresa che provarono i primi europei nel vedere del fumo a uscire dalla bocca d’un uomo.

Tornato Raleigh in Inghilterra, stava un giorno seduto nella sua sala da pranzo, dinanzi al caminetto, fumando in una pipa regalatagli da un capo indiano, quando entrò improvvisamente un suo vecchio e devoto servo.

In vita sua, ed era da credervi, il brav’uomo non aveva mai veduto una cosa simile ed attribuendo quel fumo che usciva dalla bocca del suo padrone, ad un fuoco interno, corse nella camera vicina, afferrò una brocca d’argento piena d’acqua e gliela rovesciò addosso gridando:

— Al fuoco! Al fuoco! —