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Un combattimento fra antropofagi. 245

— Se si distruggessero almeno reciprocamente, — disse Alvaro che si teneva ben celato a fianco di Garcia. — Questi sono demoni piuttosto che esseri umani.

— Chi vincerà! — chiese Garcia.

— Lo sapremo presto, — rispose Alvaro. — Simili battaglie con attacchi a corpo a corpo non devono durare molto.

Le due tribù che procedevano senza ordine alcuno ma in ranghi serrati, giunti a cento metri l’una dall’altra, posero mano agli archi e alle gravatane saettandosi reciprocamente.

Era uno spettacolo bellissimo il vedere tutte quelle frecce che terminavano in penne variopinte e che percosse dal sole riflettevano tutte le varietà delle loro tinte, volare in tutte le direzioni.

I guerrieri che ne venivano colpiti, se le strappavano dalle carni rabbiosamente, le mordevano e le spezzavano, senza dare indietro un passo nè volgere le spalle e rispondevano fino a che il vulrali, quel veleno che non perdona, produceva il suo mortale effetto.

Esaurite le frecce le due tribù si slanciarono l’una contro l’altra con un clamore assordante e le mazze alzate.