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238 | Capitolo Venticinquesimo. |
lando a squarciagola e scagliando frutta e foglie contro qualche nemico che non si poteva ancora scorgere, essendo il tronco di quella pianta avvolto fra un caos di liane.
Erano delle barrigudo, scimmie che non raggiungono mai l’altezza d’un metro, che hanno il pelame morbido, quasi lanoso, di tinta quasi nerastra con striature grigie e una specie di criniera che scende fino sulle spalle.
— Alt, Garcia, — mormorò Alvaro che si era nuovamente avanzato, aprendosi il passo fra un folto cespuglio. — Eccolo il loro nemico! Lo vedi arrampicarsi su pel tronco? —
Un bellissimo animale, grande quanto un cane di Terranuova, ma molto più snello, saliva aggrappandosi alle liane ed altre piante parassite che cingevano l’albero, con quelle mosse leggere e prudenti che si osservano nei gatti.
Aveva il pelame folto, corto e morbido, rosso giallastro sul dorso e bianco arricciato sui fianchi e sotto il ventre; la testa rotonda adorna di lunghi baffi con due occhi scintillanti, due veri occhi da carnivoro; la coda lunga più di mezzo metro e le zampe nervose, secche, armate all’estremità di lunghi artigli che laceravano con estrema facilità le liane anche le più dure.
Se Alvaro fosse stato un brasiliano, avrebbe subito riconosciuto in quell’animale un onça parda, chiamato anche puma o coguar e anche leone d’America, una belva meno pericolosa dei giaguari ma tuttavia sempre temibilissima.
Ed infatti i coguari, pur essendo relativamente piccoli, non avendo mai più di un metro e venti centimetri di lunghezza, compresa la coda, nè un’altezza superiore ai settanta, hanno una forza straordinaria e sono dotati d’un coraggio a tutta prova.
Vivono per lo più nei boschi dove inseguono accanitamente le scimmie, perseguitandole fino sui più alti rami essendo estremamente agili e potendo spiccare dei salti di cinque e perfino di sei metri. S’incontrano però sovente anche nelle praterie, specialmente là dove oggidì si allevano i montoni, dei quali fanno strage quando riescono ad entrare nei ranchos ossia nei recinti costruiti dai pastori.
Ordinariamente sfuggono l’uomo, ma se la fame li tormenta piombano anche sugl’indiani con rapidità fulminea, sgozzandoli con un buon colpo d’artiglio alla gola.
Assaliti poi, si difendono con coraggio disperato e tengono