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L’isolotto. 231

— Le foglie di quell’albero ci forniranno una bevanda deliziosa che tutti gl’indiani apprezzano assai.

Se non vi rincresce, finchè le pentole si cucinano, andate a raccoglierne e seccatele presso il fuoco.

— È una passeggiata di cinque minuti.

— E tu Garcia, sventra questi animali e sbarazzali delle loro scaglie, — disse Diaz. — Il tuo coltello ha la lama solida.

— E le pentole?

— Dieci minuti ancora e saranno pronte. Rallenta il fuoco onde non si crepino. —

Un quarto d’ora dopo Alvaro tornava con un carico di rami coperti di foglie.

Aveva trovati parecchi di quegli alberi mescolati alle palme e agli acagiù, quindi non aveva avuta alcuna difficoltà a fare un’ampia provvista.

Il matè, quella bevanda che oggi è così largamente usata in tutta l’America meridionale, in quell’epoca non era conosciuta che da alcune tribù brasiliane e paraguaiane. In Europa non si sapeva che cosa fosse.

L’albero che produce quelle foglie che non sono meno pregiate di quelle fornite dal the, cresce spontaneamente nelle foreste americane senza bisogno di coltura alcuna ed è una bella pianta di vari metri d’altezza con foglie sempreverdi, che si possono raccogliere in qualunque stagione.

Seccate semplicemente al sole o meglio ancora a fuoco lento poi messe in infusione nell’acqua bollente, forniscono una bevanda alimentare di primo ordine meno eccitante del the e del caffè e soprattutto meno cara e che dovrebbe venire usata anche dalle popolazioni meno agiate dell’Europa perchè un arroba di erba mate, che è sufficiente ad una persona per ben sei mesi, non costa più di nove lire e usandone anche tre volte al giorno, ciò importerebbe una spesa massima di venti lire all’anno mentre il caffè, preso nell’istessa misura, non costerebbe meno d’ottanta lire ed il the duecento e anche di più.

E si noti che il matè contiene meno olio essenziale del the, sia nero che verde, cosicchè anche abusandone non può riuscire nocivo; che possiede maggior quantità di resine e che è più diuretico del caffè; che fornisce una bevanda aromatica di gusto piacevole, che calma la sete e che inganna la fame sostenendo le forze dell’uomo anche per parecchi giorni.

— Ne avremo per parecchie settimane, — disse il marinaio