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180 Capitolo Diciottesimo.

zare fra le acque che erano limpidissime, miriadi di pesciolini lunghi quanto una mano, coi dorsi oscuri ed i ventri argentati che battagliavano furiosamente fra di loro, divorandosi a vicenda.

— È la carne umana che ha gettata il capo che li ha fatti accorrere in così gran numero, — disse Alvaro a Garcia.

— E perchè li ha fatti venire a galla? —

In quel momento un odore nauseabondo, orribile, si sparse sulla riva del fiume.

I sotto-capi avevano tolta la ruvida tela che avvolgeva quel pacco misterioso ed avevano scoperto il cadavere d’un vecchio indiano già putrefatto.

— Ci appesta quel morto! — esclamò Garcia, turandosi il naso. — All’inferno tutti gli Eimuri ed il loro stregone!

I sotto-capi passarono sotto le braccia del cadavere due lunghe liane ben secche, lo trascinarono fino sull’orlo della roccia, poi lo calarono dolcemente nel fiume, là dove i caribi continuavano a battagliare.

— Lo danno da mangiare ai pesci, — disse Alvaro.

I caribi si erano gettati furiosamente sul pyaie assalendolo da tutte le parti con un accanimento impossibile a descriversi.

I loro denti aguzzi e solidi come se fossero d’acciaio, strappavano ad un tempo lembi di pelle e di carne.

Alcuni erano già scomparsi nel ventre del morto e divoravano i polmoni, il cuore, il fegato e le budella.

La carne scompariva con rapidità prodigiosa. I muscoli se ne andavano, triturati da quelle migliaia di bocche e le ossa cominciavano a comparire.

La distruzione di quel povero corpo non fu lunga. Non erano trascorsi dieci minuti che non rimaneva nemmeno un brandello di carne su quello scheletro.

— Altro che gli anatomici! — esclamò Alvaro. — Questi pesci valgono molto di più. Ecco un magnifico scheletro, accuratamente spogliato, che farebbe una superba figura nella vetrina d’un museo. —

I sotto-capi ritirarono dolcemente lo scheletro del pyaie e lo avvolsero accuratamente in un’ampia stuoia che poi legarono con numerose liane e lo deposero su una specie di palanchino costruito rozzamente con rami intrecciati.

— La cerimonia è finita, — disse una voce.

Alvaro si volse e si vide accanto il ragazzo indiano.