Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
La caccia agli uomini bianchi. | 141 |
sono possessori del segreto del curaro o meglio del vulrali e perciò sono assai temuti, giacchè non tutte le tribù brasiliane sanno distillarlo.
— Sicchè le scimmie, se mangiate, avveleneranno i loro mangiatori.
— No, signore, — rispose il marinaio. — Il vulrali può essere assorbito senza che la persona ne risenta alcun disturbo.
Per le vie digestive è affetto inoffensivo e voi potete mangiare tranquillamente la bestia uccisa da queste minuscole frecce.
Ecco le caraja che si dispongono in cerchio per urlare. Le farò star zitte subito. —
Diaz introdusse nella cerbottana una delle sue frecce, badando che il batuffolo di cotone combaciasse perfettamente, poi accostò l’arma alle labbra e l’alzò verso i rami più alti del summameira.
Si udì un leggero fischio, appena percettibile e si vide subito uno dei cantori fare un gesto come se volesse scacciare un insetto importuno e grattarsi.
La piccola freccia, lanciata con abilità straordinaria dal marinaio, gli si era conficcata nel dorso.
— State attento, — disse Diaz mentre introduceva nel tubo una seconda freccia.
Il quadrumane era rimasto colla bocca aperta, ma non urlava più. Sbadigliò spalancando le mascelle, poi come fosse stato scosso da una scarica elettrica s’alzò, brancolando a casaccio, arrotolò rapidamente la coda attorno ad un ramo e cadde dondolandosi comicamente a trenta metri dal suolo.
— Mille demoni! — esclamò Alvaro. — È morte fulminante questa!
— Il vulrali non perdona, — rispose il marinaio. — Ve ne sono altre sette lassù e ho una ventina di frecce. Spicciamoci prima che gli Eimuri tornino.
Lanciò una seconda freccia, poi una terza, quindi altre ancora senza mai mancare al bersaglio.
Due minuti dopo i poveri quadrumani non urlavano più. Pendevano come grappoli alle estremità dei rami, senza dare il menomo segno di vita.
— Ebbene, che cosa ne dite del mio tubo che a voi sembrava un semplice bastone? — chiese Diaz al portoghese.
— Che vale meglio dei nostri archibugi, — rispose Alvaro che non si era ancora rimesso dallo stupore.
— Uccide senza far rumore, — disse il marinaio. — Peccato