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136 | Capitolo Tredicesimo. |
legno speciale di cui i brasiliani si servivano per accendere il fuoco, essendo a loro affatto sconosciuto l’uso dell’acciarino e delle selci.
Bentosto una fiamma brillò e la legna, ben secca, prese fuoco illuminando la radura.
— Come sono brutti! – non potè trattenersi dal mormorare il mozzo.
Ed infatti quei selvaggi erano davvero orribili. Avevano i lineamenti assolutamente scimmieschi, angolosi, la fronte bassissima, gli occhi cisposi, i capelli lunghi, neri e grossolani che somigliavano a crini di cavallo, i corpi magrissimi, coperti per la maggior parte di strati di colori e di sudiciume.
Intorno ai fianchi non avevano che qualche brandello d’una stoffa grossolana, presa probabilmente ai nemici vinti od un fascio di foglie secche.
Sopra il mento poi portavano tutti l’orribile barbotto costituito da un pezzo di legno più o meno rotondo, incastrato nella carne e che rialzava schifosamente il labbro inferiore.
Le loro armi consistevano in mazze pesantissime di legno del ferro ed in bastoni appuntiti ed induriti col fuoco e in pochi archi con frecce lunghissime formate con bambù e munite sulla punta di pungiglioni delle acacie.
I selvaggi dopo essersi disputati accanitamente gli avanzi della cena e d’aver divorata cruda la testa della scimmia, tennero un breve consiglio, poi si dispersero per la radura esaminando le erbe.
Come già Alvaro aveva osservato, invece di tenersi ritti, camminavano come le fiere, posizione che a quanto pare preferivano a quella verticale.
Da dove venivano quei selvaggi che di quando in quando, ad epoche mai fisse, si rovesciavano in numero strabocchevole sulle immense selve del Brasile, devastando tutti i villaggi e divorando quanti prigionieri cadevano nelle loro mani?
Gli storici americani non sono mai riusciti a saperlo con precisione.
I brasiliani affermavano che venivano dalle regioni australi e poteva anche essere vero, essendo quei formidabili invasori molto più alti di statura degli altri indiani e può darsi che fossero gli avi dei Pampas e dei Patagoni.
Avevano però più somiglianza colle belve che cogli esseri umani anche pel loro modo di vivere.