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Il marinaio di Solis 131

Sapevo che gli spagnoli avevano fondato degli stabilimenti nel Venezuela e mi ero fisso in capo di raggiungerli.

Si trattava d’un viaggio che poteva durare qualche anno se non di più, d’altronde era l’unica via di salvezza che mi si presentava.

Camminai settimane e settimane attraverso boschi immensi che non finivano più, evitando i villaggi indiani per non terminare sulla graticola, ed addentrandomi sempre più nel Brasile, finchè un giorno caddi in mezzo ad un accampamento di Tupinambi. Sia che il colore della mia pelle, o la mia lunga barba o le vesti formate di pellicce di giaguaro imponessero a quei selvaggi non so quale rispetto o per altra causa, essi, invece di uccidermi e di mangiarmi, mi accolsero come un amico. Essendo morto qualche settimana prima il loro stregone, dopo essere stato mutilato da un jacaré, mi nominarono al suo posto ed ecco come divenni un pyaie.

Erano trascorsi molti anni ed avevo ormai rinunciato all’idea di poter rivedere un volto europeo, quando gli Eimuri piombarono sui nostri villaggi, disperdendo la tribù.

Vinti dappertutto, fuggimmo nelle foreste, ognuno per proprio conto e, smarritomi, venni qui. Non benedirò le devastazioni commesse dagli Eimuri ma penso che senza il loro assalto, non avrei forse più mai potuto vedere un uomo della mia razza.

Signor Viana, questo è il più bel giorno della mia vita, ve lo assicuro.

— E contate tornare presso i Tupinanbi?

— E spero che verrete anche voi. Ho ormai capito che voler raggiungere gli stabilimenti spagnoli del Venezuela sarebbe una pazzia e vi ho rinunciato.

— Ebbene, andiamo a vedere questi Tupinambi, — disse Alvaro, — purchè non ci mettano sulla graticola.

— Oh! I fratelli dello stregone! Hanno troppa paura di me che godo fama di essere il più potente pyaie della regione.

— Quando partiremo?

— È troppo tardi per metterci in viaggio, signore. Questa notte fermiamoci qui, domani vedremo se la via è sgombra e allora c’incammineremo verso l’ovest.

Gli Eimuri non usano fermarsi molto e ritornano, dopo un certo tempo, nelle loro selve.

— Prepariamoci allora un buon letto e chiudiamo un occhio, ma uno solo, — disse Alvaro.

— Sì, come i marinai di guardia, — aggiunse il castigliano.