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Sulle coste del Brasile. 7

faticando assai a risollevarsi e ad ogni istante si lasciava indietro qualche pezzo. Ora era un lembo di muratura che i marosi si portavano via; ora un attrezzo della coperta oppure un pezzo del cassero.

I marinai, terrorizzati, si tenevano aggrappati ai tronconi degli alberi o alle sartie che giacevano in coperta, aspettando con angoscia il momento terribile dell’ultimo urto.

Avevano gli occhi dilatati dello spavento, i visi alterati e pallidissimi e dalle loro labbra sfuggivano invocazioni disperate. Facevano voti di portare ceri a tutti i santuari del Portogallo, di visitare la Terrasanta, di andare a combattere i mori dell’Africa, di andare in pellegrinaggio e scalzi a Roma, tutte promesse che facevano sorridere l’impassibile giovane, il quale conosceva troppo bene i marinai per prestarvi fede.

Un’altra mezz’ora era trascorsa così, quando un lampo abbagliante solcò il tempestoso cielo, mostrando a quei disgraziati l’orrore della loro situazione.

Quantunque quella luce livida non avesse avuta la durata che di quattro o cinque secondi, tutti avevano potuto accertarsi che il gabbiere non si era ingannato.

La caravella era stata spinta entro una profonda baia, cosparsa d’isolotti e circondata da rupi altissime e da colline coperte da folte foreste. A destra ed a sinistra erano state scorte delle scogliere le cui punte aguzze apparivano fuori dalle onde, pronte a sventrare d’un colpo solo la povera nave.1

Non ostante il suo coraggio, Alvaro de Correa non aveva potuto trattenere un’esclamazione di malumore.

– Mio caro pilota – disse, volgendosi verso il vecchio marinaio. – Mi pare che questa volta la sia proprio finita e che nessuno dei nostri andrà a combattere i mori dell’Africa e tanto meno in pellegrinaggio a Gerusalemme. Possiamo preparare i nostri bagagli pel viaggio all’altro mondo.

– Cominciate voi, signore.

– Mi accontento d’una piastra per pagare il passaggio a Caronte e l’ho già messa in tasca. Badiamo almeno che non sia falsa onde non rimanga fermo sulle rive dello Stige.

– Scherzate pure... vedremo... Eh! Udite?

  1. Era la baia di Reconcavo, una delle più belle dell’America del Sud e dove più tardi sorgeva Bahia, una delle più ricche città del Brasile.