Pagina:Salgari - L'Uomo di fuoco.djvu/128

122 Capitolo Decimo.

La vita è facile nel Brasile e basta curvarsi per trovare di che cibarsi e di che dissetarsi.

Ho imparato molte cose dagl’indiani che prima ignoravo assolutamente.

— Paese felice! — esclamò Alvaro.

— È poco che voi siete naufragati?

— Pochi giorni, signor Diaz. Vi narrerò la nostra istoria in attesa di udire poi la vostra che deve essere meravigliosa.

— E anche dolorosa, signore, — rispose il marinaio.

Mentre sorvegliavano l’arrosto, Alvaro lo informò delle avventure toccategli dopo il naufragio della caravella e della grande paura che li aveva fino allora perseguitati, la paura di venire da un momento all’altro presi e di dover subire l’orrenda sorte toccata ai loro compagni.

— Dovevano essere Eimuri, quelli che hanno trucidato e mangiato i vostri marinai, — disse Diaz. — Sono i più feroci indiani che abitano le selve del Brasile e non risparmiano nessuno.

— L’arrosto è pronto, — disse in quel momento Garcia.

Levarono la scimmia la cui pelle era diventata lucente e croccante come quella d’un giovane capretto e la deposero su una foglia di banano, facendola a pezzi.

Dobbiamo confessare che i due portoghesi, quantunque la fame li spronasse, esitarono parecchio prima di decidersi ad assaggiare quel piatto che rassomigliava troppo... ad un bambino arrostito.

Il marinaio invece, abituato alla vita selvaggia e che doveva aver divorato un bel numero di quadrumani, si era messo a mangiare con un appetito da caimano, invitandoli ad imitarlo.

La fame finalmente la vinse sulle loro esitazioni e con loro stupore fecero molto onore a quell’arrosto che d’altronde era eccellente.

Vuotarono i due cornetti pieni d’un vino gradevolissimo, che rassomigliava un po’ al sidro, poi si sdraiarono sotto l’albero, mettendosi a fianco le armi.

— Possiamo riposare un paio d’ore senza correre il pericolo di venire disturbati? — chiese Alvaro al castigliano.

— Gli Eimuri di rado si muovono quando il sole è troppo caldo, — disse. — E poi ho prese le mie precauzioni per far perdere loro le mie tracce.

Saranno ben bravi se sapranno trovarle.

— Dunque v’inseguivano?