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il treno volante | 197 |
— Quello che rimane basterà — disse Ottone. — Oh!
— Cosa avete? — chiese El-Kabir.
— Vedo una specie di nebbia delinearsi verso l’ovest.
— Ed io vedo una grossa borgata — disse Matteo.
— Signori — disse l’arabo, — quella nebbia è il lago.
— Il Tanganika? — chiesero Matteo e Ottone con gioia.
— Sì.
— E quella borgata?
— È Karema, ne sono certo, una delle più importanti del Tanganika.
— Heggia — disse Ottone, — stura una bottiglia di sciampagna e brindiamo al lago.
Mezz’ora dopo il Germania, spinto da un buon vento, si abbassava verso il lago, a sette miglia da Karema.
XVII
Sul Tanganika
Il Tanganika per vastità è il secondo lago della regione equatoriale africana, essendo minore del Vittoria Nianza e maggiore del Niassa, del Ciad e del Lago Rodolfo.
È lungo più di trecento miglia, mentre la sua larghezza non supera le quarantacinque e s’estende fra regioni assolutamente selvagge, toccando con la punta settentrionale la Ruanda e con quella meridionale l’Uranga. Le sue rive sono molto popolate e contano moltissimi grossi borghi come Ugige al nord, Sanelido al sud, Karema e Katanga all’est e Kapampa all’ovest.
Ultimamente sono state impiantate alcune piccole stazioni europee tenute per lo più da missionari inglesi, esposti a continui pericoli trovandosi fra tribù bellicose.
Il Germania, che aveva continuato a scendere in causa della fuga dell’idrogeno, era entrato nel lago al nord di Karema, se-