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I due gauchos, appena entrati, offrirono cortesemente ai due marinai i due crani di bue, pregandoli di sedersi e scusandosi di non poterli far accomodare su di un sedile un po’ più soffice.

— Bah! — esclamò il mastro, messo in buon umore dalla gentilezza di quegli uomini mezzo selvaggi e dall’arrosto che pareva pronto. — Siamo abituati a sederci sul duro e a dormire anche per terra: è vero, Cardozo?

— Non siamo troppo delicati, — rispose il ragazzo. — Sul mare si fa la pelle dura e le ossa diventano d'acciajo.

— Permettete che vi offriamo un pezzo di asado,1 che avevamo preparato per la nostra cena, — disse il gaucho Ramon. — Mi dispiace di non offrirvi qualche cosa di meglio, ma in questo dannato paese non si può trovare assolutamente nulla, neppure un sorso di cana2.

— Faremo egualmente onore al pasto: ve lo assicuro, — rispose Cardozo, dimenando le mascelle. — Sono dieci buone ore che il nostro sacco nulla inghiotte. Ah! Se ci fosse qui il signor Calderon, sarebbe ben contento di dare un colpo di dente a quest’arrosto.

— Ha le sue pistole, figliuol mio, e quando uno è armato in un paese ricco di selvaggina, non muore di fame. Forse a quest’ora sta cenando allegramente.

— Purchè non sia caduto fra le unghie dei pampas.

— O piuttosto dei patagoni. Ma lo ritroveremo, Cardozo: te lo assicuro.

— A tavola, caballeros, — disse Ramon, levando l’asado e deponendolo su di una pelle di montone stesa per terra. — È carne di un guanaco che abbiamo ucciso ieri mattina, e vi accerto che è migliore di un filetto di bue.

Cavarono i coltelli e assalirono vigorosamente l’arrosto, che fu dichiarato eccellente ad unanimità. Bastarono pochi minuti a quelle potenti mascelle e a quei vigorosi ed affamati

  1. Arrosto.
  2. Acquavite