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— Ma dove scenderemo noi?

— Chi può dirlo? Io suppongo che quella terra sia la costa americana, poichè dal mezzodì di ieri camminiamo costantemente verso occidente.

— Ti sembra che siamo scesi verso il sud?

— Sì, e di non poco.

— Allora è la costa della Patagonia.

— Te lo saprò dire quando il sole sarà spuntato.

— Conosci forse la costa patagone?

— Vi ho naufragato una volta, e ho vissuto sei mesi fra i giganti che l’abitano. Se un viaggiatore inglese non mi avesse strappato dalle mani di quei pagani, scommetterei che ci sarei ancora.

— E se invece fosse la costa argentina?

— Tanto meglio.

— E il tesoro?...

— Bah!... Chi potrebbe sospettare in noi dei marinai del Pilcomayo, incrociatore della repubblica paraguayana?... Potremo inventare una storia qualunque: per esempio, che veniamo dall’Europa.

— Hum!...

— Ti garantisco un successo enorme, Cardozo. Perbacco!... Che accoglienza si farà ad aeronauti che vengono d’oltreoceano!

— Si pubblicheranno le nostre peripezie sui giornali, e metteranno in vendita le nostre fotografie.

— Sì, burlone!

— Le onde, — disse in quell’istante l’agente del Governo.

— Ah! Diavolo! — esclamò Diego. — Mi era scordato che il nostro ammalato perde continuamente le forze. Getta qualche cosa, Cardozo.

Il ragazzo prese la rimanente provvista di biscotti e la gettò ai pesci. Il pallone risalì per milletrecento metri, e incontrata una corrente d’aria più rapida filò verso la costa, che ormai si distingueva nettamente.

Cominciava ad albeggiare. Il mare perdeva la sua tinta cupa, gli astri rapidamente impallidivano, le tenebre si