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nella sua navicella due uomini, che parevano intenti a guardare nell’istessa direzione.

— Toh! — esclamò il mastro, stentando a credere ai suoi occhi. — Un altro pallone!... Sogno io forse, o il vino di Spagna mi ha ubriacato?

— No, non sogni, poichè lo vedo anch’io, — disse Cardozo con viva emozione.

— Ma cosa fa qui quel pallone? Da dove è venuto, che prima non lo abbiamo veduto?... Chi sono gli uomini che lo montano?... Signor Calderon!... Signor Calderon!...

L’agente del Governo si alzò lentamente, guardò per alcuni istanti il pallone che filava nell’istessa direzione di quello da lui montato.

— Toh! — esclamò il mastro, che cadeva di sorpresa in sorpresa. — Gli uomini sono diventati tre!...

— E diventerebbero quattro, se il nostro ne avesse tanti, — disse l’agente del Governo.

— E perchè, signore? — chiese Cardozo.

— Perchè quello là è il nostro pallone.

— Ecco una cosa che stenterò a crederla, — disse il mastro. — Vi dico che quello là è un altro pallone, e non vorrei che quegli uomini fossero argentini o brasiliani lanciati sulle nostre tracce per carpirci il tesoro del Presidente.

— Alzate le vostre braccia.

Il mastro ubbidì, e vide uno di quei tre uomini fare esattamente lo stesso.

Poco persuaso però, rinnovò i movimenti, agitò il cappello, fece sventolare il proprio fazzoletto, poi spiegò una piccola bandiera coi colori paraguayani, e vide fare altrettanto con scrupolosa precisione.

— È un fenomeno molto strano, — disse.

— Ma abbastanza comune, — rispose il signor Calderon, che diventava, cosa davvero insolita, loquace.

— E come si chiama?

— Il miraggio.

— E come avviene?

— Basta che gli strati d’aria abbiano delle densità disuguali. Allora i raggi solari, rifrangendosi, dànno una se-