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stro colpo di fucile. Immaginandomi che voi eravate stati attaccati dai Tehuels, mi diressi di corsa da questa parte. Sono giunto un po’ tardi, ma a tempo, a quanto vedo.
— Ancora pochi minuti e per noi era finita, — disse Cardozo. — La capanna non avrebbe resistito a lungo all’assalto di quei demoni.
— Credete che ritornino alla carica? — chiese Diego.
— Senza dubbio, — rispose il gaucho. — Io li conosco assai bene i Tehuels e so che sono assai vendicativi e tenaci nei loro progetti.
— Potremo resistere ad un secondo assalto?
— Non siamo bastanti per sostenere l’urto di tutti quei selvaggi: ma noi non li attenderemo.
— Avete condotto con voi dei cavalli?
— No; ma forse qualche cosa di meglio.
— Che cosa mai? — chiesero Diego e Cardozo con stupore.
— Il vostro pallone.
— Il nostro pallone!...
— Sì, l’ho trovato sgonfiato a otto chilometri da qui in mezzo a un gruppo di cespugli.
— E dov’è?
— L’ho caricato sul mio cavallo, il quale non deve essere molto lontano.
— Ma a che cosa ci servirà il pallone, se non abbiamo del gas da riempirlo? — chiese Cardozo.
— Lampi e tuoni! Ciò è vero! — esclamò il mastro.
— Non si può innalzarlo? — chiese il gaucho con istupore. — Credeva che voi poteste farlo.
— E lo faremo, — disse l’agente del Governo che fino allora non aveva pronunciato sillaba.
— In qual modo, signor Calderon? — domandò il mastro con aria incredula. — Avete per caso scoperto qualche gasometro?
— Basterà questa erba secca, — rispose l’agente.
— Perdonate, signor Calderon: io sono una bestia a due gambe, — disse il mastro. — Se fossi stato solo, non avrei mai pensato a questo espediente, che può salvarci tutti.