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«Lo attraversai e mi rifugiai sulla riva opposta, dove mi nascosi in mezzo a dei fitti cespugli. Credevo di essermi assai allontanato dal luogo dove avevo lasciato voi, quando invece mi accorsi di trovarmi a poche centinaia di passi dall’accampamento dei Tehuels.

«Ignorando cosa fosse avvenuto dei miei compagni, stetti nascosto, e all’indomani, ai primi albori, scorsi i Patagoni attraversare il fiume assieme con voi.

— Ah! Voi eravate a pochi passi da noi? — chiese il mastro.

— Sì, e vi distinsi perfettamente, legato in groppa ad un cavallo. Cardozo era portato da due uomini di statura gigantesca.

— È vero, — disse il mastro.

— Non potendo venire in vostro soccorso, riattraversai il fiume onde cercare Pedro e concertarmi con lui per la vostra liberazione. Ma, ohimè! Il mio povero fratello era caduto sotto i colpi dei nemici e trovai il suo cadavere semidivorato dai giaguari della pampa.

— Infelice! — esclamarono Diego e Cardozo profondamente commossi.

— Seppellii il povero Pedro, — continuò il gaucho — e mi misi in traccia di aiuti, risoluto a strapparvi dalla prigionia. Sapendo che qui un tempo esisteva una estancia, mi diressi a questa volta: ma i puesteros, spaventati forse dall’insurrezione dei pampas, erano fuggiti.

«Trovati i buoi, discesi verso il sud, e vi incontrai coll’avanguardia. Voi sapete dei miei tentativi, che non riuscirono che in parte; ma vi giuro che non vi avrei abbandonato, avessi anche dovuto affrontare da solo quelle canaglie.

— Siete un bravo compagno, Ramon, — disse il mastro, stringendogli vigorosamente le mani. — Noi tutti vi ringraziamo di quanto avete fatto per la nostra liberazione.

— Bah! Non parliamone più, — disse il gaucho. — Ora pensiamo a procurarci dei cavalli, e poi cercheremo di guadagnare la frontiera del Chilì, che non dev’essere lontana più di sei o sette giorni di marcia.

— Cosa dobbiamo fare intanto?