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imitando i Patagoni. — Non assaliranno gli Argentini che a notte inoltrata, onde sorprenderli nel sonno.

— Dimmi, marinaio: che ci sia il nostro gaucho fra quegli accampati?

— Corpo di un treponti disalberato! — esclamò il mastro, colpito da quella riflessione. — Se ciò fosse!...

— Eccoci in un bell’imbarazzo!

— No, non può essere, — disse il mastro, dopo alcuni istanti di riflessione. — Ramon non sarebbe stato solo, quando ci scagliò addosso quella valanga di buoi.

— Se potessimo accertarci di ciò? Non mi perdonerei mai di aver aiutato questi pagani contro degli uomini che lavoravano per la nostra salvezza.

— E nemmeno io, Cardozo; ma... zitto!...

— Cosa odi?

— Non ti sembra di udire un galoppare precipitato sulla riva opposta? Guarda: anche i Patagoni si sono accorti.

Cardozo tese gli orecchi, mentre i Patagoni si alzavano l’un dopo l’altro, lanciando sguardi sospettosi verso il sud. In mezzo al profondo silenzio, appena rotto dal mormorìo del Colorado, il giovane marinajo udì distintamente un galoppo che si avvicinava rapidamente.

— È Ramon, — mormorò egli.

— Sì, dev’essere lui, — disse il mastro. — Segue la nostra banda e si dirige verso il fiume.

— Che non sappia che noi ci troviamo qui?

— È troppo furbo per cadere stupidamente in mezzo a noi.

— E perchè viene qui adunque?

— Senza dubbio per assicurarsi se noi abbiamo passato il fiume, o no.

— Che Hauka gli lanci dietro alcuni dei suoi?

— Ha troppo bisogno di uomini in questo momento per pensare al gaucho.

— Zitto!... eccolo!

Infatti un cavaliere era uscito dalle macchie e si avanzava cautamente verso il fiume. Alla incerta luce delle stelle, i due marinai videro brillare nelle mani di lui un’arma