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all’erba, come se fossero impotenti a muoversi. Tremavano fortemente, mandavano nitriti dolorosi, i loro occhi brillavano più del solito ed erano straordinariamente dilatati, e dalla bocca lasciavano cadere un’abbondante schiuma sanguigna.
I Patagoni che giungevano, non sembravano in miglior stato, e si stropicciavano vigorosamente le membra indolenzite.
— Ma con quali nemici abbiamo avuto da fare? — chiese Cardozo, che seguiva con sorpresa i salti disordinati dei cavalli che si trovavano ancora in mezzo al fiume.
— Coi gimnoti, ti ho detto, — rispose Diego.
— Che pesci sono?
— Sono specie di anguille che si trovano nei nostri fiumi dell’America del Sud e che pare possiedano una vera pila elettrica, poichè lanciano delle scariche poderose, che talvolta riescono anche mortali per gli esseri deboli.
«Vivono in mezzo al fango; ma quando sono disturbati salgono a galla e attaccano i disturbatori con grande accanimento. Fortunatamente dopo la prima scarica i gimnoti perdono le loro forze e diventano pressochè innocui, poichè occorre loro un certo tempo per riprendere vigore e tornar a scaricare.
«Guarda: non li vedi galleggiare in gran numero mezzi morti?
— Infatti scorgo parecchie anguille.
— La lotta è finita, — riprese il mastro. — Ecco i cavalli che tornano tranquilli e che si affrettano a guadagnare la riva.
Infatti tutti i cavalli che si trovavano in mezzo al fiume si avanzavano frettolosamente, carichi di uomini che si erano aggrappati alle criniere e alle code, quasi tutti, dal più al meno, sofferenti per le scosse ricevute. Tanto i primi quanto i secondi, appena giunti a terra, si lasciarono cadere come se fossero privi di forze.
— E il signor Calderon? — chiese Cardozo, che era disceso incontro ai nuovi arrivati.