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— Perchè, se sente i compagni avvicinarsi, comincerà a nitrire e gli altri scapperanno.

— Forse che s’intendono fra loro?

— Pare di sì. Eccoli che arrivano al galoppo: li udite?

In lontananza si udiva infatti un sordo galoppare accompagnato da sonori nitriti. Il gaucho prese una coperta e avvolse lestamente la testa al cavallo.

— E vostro fratello dov’è? — chiese il mastro.

— Laggiù: pronto a saltare in sella appena la tropilla1 sarà qui.

— E siete sicuro di prenderne un paio?

— Abbiamo l’occhio infallibile e il braccio abile, — disse il gaucho con orgoglio. — Mai un cavallo sfugge all’infallibile lazo dei cavalieri delle pampas. Eccoli che arrivano: guardateli.

Aprì lentamente i cactus che si estendevano sulla sua destra, fiancheggiando un largo tratto coperto di erba assai bassa, e mostrò la truppa, che si dirigeva verso di loro, caracollando disordinatamente.

Erano circa trenta cavalli fra maschi, femmine e poledri, alti, robusti, dal mantello baio cupo, la criniera folta, gli occhi grandi e vivi. Non erano veramente belli, ma s’indovinava in quelle gambe secche e nervose e in quei fianchi stretti una resistenza insuperabile, unita ad una sobrietà a tutta prova. Erano, come tutti gli altri cavalli che popolano l’estremità dell’America del Sud, spingendosi fino allo stretto di Magellano, i discendenti di quei settantacinque cavalli spagnoli sbarcati a Rio della Plata nel 1507. È noto che essi si propagarono così rapidamente in quelle immense e grasse praterie che dopo soli quarantatre anni ne furono presi proprio all’estremità meridionale del continente, di fronte alla Terra del Fuoco.

Anche oggidì, malgrado l’enorme consumo che ne fanno gl’indiani, che vivono quasi esclusivamente di carne di cavallo, sono numerosissimi e si vedono scorrazzare in grandi

  1. Truppa di cavalli.