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— Sono i nostri uomini.

Infatti Ramon s’avvicinava alla capanna, con quel dondolìo che è particolare ai gauchos, valentissimi cavalieri, ma altrettanto pessimi camminatori. Vedendo i due marinai, diede cortesemente il buon giorno.

— Nulla di nuovo? — chiese Diego.

— La pianura è perfettamente tranquilla, — rispose il gaucho — ma non bisogna fidarsi troppo. Temo che questa calma non duri molto.

— Avete veduto degli indiani?

— No, ma sento istintivamente la loro vicinanza, e faremmo bene a metterci subito in marcia verso il sud.

— Non domando di meglio, tanto più che è verso il sud che troveremo il signor Calderon. Ma noi come potremo tenervi dietro? Le nostre gambe sono solide, è vero, ma non tanto da sfidare quelle dei vostri cavalli.

— Avrete quanto prima dei rapidi cavalli anche voi, — disse il gaucho, sorridendo. — A dodici miglia da qui c’è un laghetto che è molto frequentato dai cavalli selvaggi: andremo direttamente là, ci imboscheremo fra i cactus giganti e faremo lavorare i nostri lazos. Prima di domani mattina saremo tutti montati e su buoni corsieri.

In quell’istante apparve sulla porta suo fratello. Pareva assai preoccupato e molto inquieto.

— Che hai, Pedro? — chiese Ramon.

— Affrettiamoci, fratello.

— Forse che hai scorto qualche indiano?

— Ho veduto un sottile pennacchio di fumo.

— Dove?

— Verso il nord.

— Sono i Pampas.

— Lo credo anch’io.

— Che vengano, — disse Cardozo. — Ho una voglia matta di scambiare quattro fucilate con quei predoni.

Ramon si volse verso il ragazzo, che brandiva con atteggiamento fiero la sua carabina, e lo guardò a lungo con una specie di sorpresa.