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84 | parte i. — l’albatros. |
— Ma quali idee avete voi, sinistro uomo? Parlate, almeno una volta!
— Non posso dirvi nulla, poichè ignoro le intenzioni che avrà la persona che vi attende al Rio Fernando o più oltre. Ma vi giuro che voi non vi pentirete di essere stato rapito.
— E chi è questa persona che mi fece rapire?
— Lo ignoro io stesso.
— Menzogne!
— Lo giuro sul mio onore. —
Almeida proruppe in una beffarda risata.
— L’onore d’un pirata! — esclamò.
— Basta, marchese, o io...
— Cosa fareste?
— Conducetelo nella cabina del capitano, — disse il barone, che era diventato pallido come un morto.
Poi volse le spalle quasi avesse paura di non potersi più frenare e salì rapidamente in coperta, mentre Almeida, furibondo, gli urlava ancora dietro:
— Mentisci, pirata!... —
Quando di Chivry giunse sul ponte, i negrieri avevano già gettati in mare i cadaveri dei nemici e dei camerati, e stavano facendo sparire le larghe chiazze di sangue, mentre il carpentiere cacciava a forza dei grossi tappi nei fori aperti dalle palle della nave da guerra.
Il capitano, vedendolo pallido e in preda ad una viva agitazione, indovinò che il colloquio doveva essere stato burrascoso.
— Vi ha fatto una brutta accoglienza il marchesino, a quanto pare, — gli disse.
— È vero, — rispose di Chivry. — È meglio che non lo riveda più.
— Ha la lingua tagliente e del coraggio, il giovanotto. —
Il barone non rispose. Si era seduto su di un rotolo di cordami e si passava e ripassava una mano sulla fronte, che era bagnata di sudore.
— Fortunatamente, — riprese il negriero, — oggi o domani entreremo nel golfo del Messico, e fra una settimana toccheremo la laguna.