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70 | parte i. — l’albatros. |
— Dov’è?
— Eccomi, — disse il marinaio Rascal, facendosi audacemente innanzi.
L’inglese l’osservò attentamente per alcuni istanti, poi gli chiese:
— Perchè siete saltato in mare?
— Per isfuggire ad una pena inflittami, — rispose il marinaio.
— Il vostro capitano abusa egli forse della sua autorità?
— Signore!... — esclamò Nunez.
— Lasciate parlare quest’uomo, — disse l’ufficiale.
— No, — rispose Rascal. — Mi ero meritata la pena, ma volevo evitarla.
— Sta bene. —
Poi, rivolgendosi verso lo spagnolo, gli chiese:
— Quale carico portate?
— Non ho carico.
— Che cosa andate a fare nel Golfo del Messico?
— Vado a cercare del carico a Vera-Cruz.
— Lasciatemi visitare la vostra nave; poi mi mostrerete le vostre carte.
— Accomodatevi: Rascal, conduci il signore.
— Una parola ancora.
— Perchè vi siete dato alla fuga, quando vi invitammo a fermarvi?
— Eh, buon Dio! Sapevo io con chi avevo da fare?
— Non avete veduto il grande nastro rosso sulla cima del nostro albero maestro? Ciò bastava per indicare che la nostra nave era da guerra.
— L’ho veduto, ma a Rio Janeiro sono stato avvertito che una nave montata da pirati e che portava il gran nastro dei legni da guerra, aveva assalito un brigantino brasiliano a cento miglia dalla foce dell’Amazzoni, — rispose il negriero audacemente.
L’inglese lo guardò con stupore.
— Eh via! — disse poi. — Voi scherzate con me, ma la vostra carta è in pericolo. Seguitemi nel frapponte, dove spero di scoprire qualche cosa di buono.