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60 | parte i. — l’albatros. |
— Noi possiamo spezzarlo alla goletta...
— Non dico di no; ma quei legni hanno dei valenti cannonieri, che difficilmente sbagliano il colpo.
— Se ci arrestassimo?
— Verranno a bordo, vorranno sapere chi era il giovanotto che abbiamo salvato, visiteranno il mio legno e scopriranno che io sono un negriero. E poi, come spiegare il motivo che ci spinse a darci alla fuga? Carramba! Quel vostro marchese ci ha messi in un brutto imbarazzo.
— Giuochiamo d’audacia, capitano, — disse Mumbai che si era avvicinato.
— In qual modo?
— Lasciamoli venire a bordo, poi gettiamoci improvvisamente addosso a loro coi coltelli in pugno.
— Credi tu che verranno tutti? Buon numero rimarrà sulla goletta, e al primo allarme faranno piovere su di noi una tempesta di mitraglia.
— E dunque, cosa concludete? — chiese il signor di Chivry. — Vi ho avvertito che le altre trentamila piastre non ve le consegnerò che a cosa finita, e quindi le perderete se il marchese mi sfugge di mano.
— È nella cabina Almeida, Mumbai? — chiese Nunez.
— L’ho celato nel pozzo delle catene dopo d’averlo imbavagliato e legato.
— Chi è il marinaio più giovane? Rascal, mi pare!
— Sì, — disse il mastro.
— Bisogna fargli rappresentare la parte.
— Quale parte? — chiese di Chivry.
— Fingeremo che l’uomo caduto o gettatosi in mare sia stato lui.
— Bell’idea! — esclamò Mumbai.
— Ma come spiegherò il motivo di quel salto? Voi non avrete scordato che Almeida gridava: «Fate fuoco su questi pirati!».
— Diremo che si era gettato in mare per evitare un castigo, e Rascal lo confermerà!
— Ma ci lasceranno liberi poi gl’Inglesi? — chiese il mastro. — Voi sapete, capitano, che hanno giurato una guerra mortale ai ne-