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190 | parte ii. — la grande prateria degli apaches. |
volte che mi ero recato presso la sua tribù guidando dei trafficanti di prateria. Ebbene, un brutto giorno, avendogli rifiutato un revolver che avevo comperato a Santa Fè, mi fece prendere e legare e salvai la mia capigliatura per miracolo, essendo riuscito a fuggire durante la notte. Fidatevi dell’amicizia delle pelli rosse!
— Ma io...
— Zitto, signor marchese! — esclamò in quel momento Gaspardo, abbassandosi bruscamente.
— Che cosa avete veduto? — gli chiese Sanchez, che per ogni precauzione aveva prontamente armato il rifle.
— Muoversi qualche cosa in mezzo a quella macchia.
— Sarà qualche daino o... Fermi tutti, che sta per venire l’arrosto!—
Si accovacciarono prontamente dietro ad un cespuglio di nocciuoli, ed attesero col dito sul grilletto del fucile.
Dinanzi a loro, a trenta o quaranta passi, i giunchi si agitavano in parecchi luoghi, come se nascondessero della selvaggina, e si udivano, ad intervalli, dei sommessi gorgoglii.
ributtante colonnello Chiwington, il quale non risparmiò nè le donne indiane, nè i bambini lattanti, che vennero orrendamente macellati. Dopo tale inumana strage, il sanguinario colonnello venne destituito dal comando e il luogo ove compì la strage si chiamò a sua infamia Chiwington Massacre.