Pagina:Salgari - Il re della prateria.djvu/186

Capitolo Ottavo.

Il deserto d’Amargoza.



La fermata dei viaggiatori nella prateria si prolungò tre giorni, tempo necessario per preparare il tasaio, il quale viene lentamente affumicato e seccato per potersi conservare lungamente senza che corra pericolo di corrompersi, e per conciare le due pelli che Sanchez non voleva abbandonare, sapendo che sarebbero state di grande utilità nel viaggio. Durante quei tre giorni il marchese, Gaspardo ed i messicani fecero una vera orgia di carne fresca, cucinata allo spiedo ed in stufato, e di sanguinacci che vennero da tutti lodati per la loro squisitezza.

Il quarto giorno, insaccate le provviste di carne e ripiegate le tende e le due pelli dei bisonti, che avevano acquistata una morbidezza ammirabile, la carovana, ben riposata per quella lunga sosta, si rimetteva in cammino per raggiungere i monti Telescopio, che non dovevano distare più di una trentina di miglia.

La prateria, dopo il passaggio della grande banda di bisonti, era ridiventata silenziosa ma non deserta, poichè si vedevano qua e là attruppamenti di lupi intenti a banchettare con gli animali che erano stati feriti dalle scariche dei viaggiatori, e che più tardi dovevano essere caduti e uccisi dalle lance degli Indiani.

Procedendo sollecitamente e facendo solo brevi fermate, il giorno