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174 | parte ii. — la grande prateria degli apaches. |
— Tenete pronte le armi e avanti di galoppo! — gridò Sanchez.
Cacciarono gli sproni nel ventre dei cavalli e dei muli, e si rovesciarono sull’avanguardia, urlando e scaricando le armi nel più folto dei ranghi.
I bisonti, che dovevano essere già spaventati, udendo quelle grida e quelle detonazioni, si sbandarono da tutte le parti causando una confusione indescrivibile e precipitandosi addosso alle teste delle due colonne.
Sanchez, il marchese e tre mulattieri trovato dinanzi a loro un varco, vi si cacciarono dentro scaricando le loro pistole sugli animali più vicini, attraversarono l’avanguardia e fuggirono verso il nord-ovest, arrestandosi ai piedi di un’altura. Gaspardo e gli altri scomparvero in mezzo alla massa degli animali e più non si videro.
— Siamo salvi! — esclamò Sanchez, balzando da cavallo e salendo l’altura.
— Non ci raggiungeranno i bisonti? — chiese il marchese.
— No, poichè piegano verso il nord-est.
— Ma... e i nostri compagni? Non siamo che in cinque.
— Saranno usciti dall’altra parte.
— Che siano stati uccisi?
— No, señor. I bisonti fuggivano dinanzi a noi e non pensavano a rivoltarsi.
— Ma dove si saranno diretti?
— Lo ignoro; li ritroveremo più tardi.
— Purchè non cadano nelle mani degl’Indiani!
— Speriamo che sfuggano a quei pericolosi cacciatori. Se udremo degli spari, accorreremo in loro aiuto.
— Li vedete gl’Indiani?
— Non ancora, ma non devono essere molto lungi. Odo le loro grida.
— Che ci scoprano?
— La notte è oscura, e per di più passeranno lontani. Tuttavia appiattiamoci fra le erbe e ricarichiamo le armi. —
Intanto i bisonti continuavano a sfilare sempre correndo, piegando verso il nord-est. Le loro colonne procedevano fitte, occu-