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Capitolo Sesto.
La valle Salinas.
La notte fu orribile.
Venti volte di seguito il vento strappò le tende, lasciando uomini e animali esposti ai torrenti di pioggia che cadevano senza posa, ed altre venti volte le valanghe precipitarono in mezzo alle colossali piante, frangendovisi contro e lanciando fino all’accampamento ammassi di neve.
I disgraziati, intirizziti dal freddo, inzuppati dall’acqua, sbattuti per ogni verso, costretti ad ogni istante ad alzarsi per raggiungere le tende che le raffiche minacciavano di portare lontane lontane o di trascinarle nei piani sottoposti, non poterono chiudere gli occhi un momento solo. La paura poi di venire improvvisamente assaliti dagli orsi, le cui urla si udivano, ad intervalli, sulla cima della Sierra, li manteneva in una continua agitazione, in una continua guardia.
Ma verso l’alba tutto quel diavolìo si calmò, quantunque l’acqua non cessasse di cadere con una insistenza fenomenale.
Sanchez, che aveva fretta di riguadagnare le sottostanti vallate, onde frapporre tra la carovana e gli orsi una notevole distanza, diede il comando di riprendere le mosse.
Uomini ed animali, quantunque sfiniti per la faticosa discesa