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Capitolo Quinto.
Assediati nella caverna.
A quel primo urlo, che annunziava la vicinanza di uno degli orsi, era succeduto un profondo silenzio, essendosi per un istante arrestata anche la furia della burrasca.
Sanchez, il marchese, Gaspardo e i sei mulattieri, armati di fucili, si erano precipitati come un solo uomo verso la barricata, in preda ad una certa ansietà, ignorando ancora con quanti nemici avevano da lottare nè conoscendo la forza, che talvolta è veramente prodigiosa e la ferocia degli orsi neri, specialmente quando diventano furibondi. Temendo che scrollassero e sfondassero l’ammasso di pietre, vi si erano appoggiati contro, per opporre una maggiore resistenza.
Ben presto, fra i soffi impetuosi del ventaccio che fischiava entro le gole e ruggiva attorno ai picchi nevosi della Sierra, si udì un secondo urlo molto più vicino, e questa volta pareva un urlo di furore. Senza dubbio l’orso o l’orsa che si appressava, aveva scorto l’ostacolo che barricava la caverna, e si era accorto della presenza dei nemici.
— Non perdetevi d’animo, — disse Sanchez volgendosi verso i mulattieri, che li vedeva tremare. — Appena l’orsa cercherà di forzare il passo, fate fuoco.