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144 | parte ii. — la grande prateria degli apaches. |
Aggrappandosi colle mani e coi piedi, cadendo e risollevandosi, verso le sette gli uomini superarono gli ultimi pendii, toccando una specie di altipiano che si rinserrava fra il Whitney ed una montagna vicina. Gli animali, spinti o trascinati, li avevano seguìti.
Colà il vento, ingolfandosi fra le due montagne che formavano una specie di gola, ruggiva su tutti i toni e sconvolgeva lo strato nevoso, alzandolo in forma di trombe turbinanti, od ammonticchiandolo qua e là addosso alle rocce, mentre dall’alto cadevano le valanghe, le quali s’infrangevano contro le rupi e le foreste di pini e scomparivano con cupi boati nelle profonde vallate dei bassipiani.
— Dove siamo noi? — chiese il marchese, che batteva i denti dal freddo e che si era curvato per non venir trascinato via dalle furiose raffiche.
— Al passo, — disse Sanchez, — ancora uno sforzo, e saremo nella caverna.
— Presto, presto! — gridarono gli arrieros. — Possiamo essere schiacciati dalle valanghe del Whitney. —
Punzecchiando colla punta dei coltelli le povere bestie, attraversarono in fretta l’altipiano spazzato dalla burrasca e si fermarono dinanzi ad una profonda e nera apertura, che s’internava nei fianchi della grande montagna.
— Entriamo, caballeros, — disse Sanchez, trascinando il proprio cavallo. — Dio sia ringraziato d’averci protetti!... —
Spingendo gli animali, entrarono nella caverna, oscura come il fondo d’un barile di catrame; sbarazzatisi delle coperte, che erano diventate bianche per la neve che le copriva, accesero una torcia, che il previdente messicano portava nel suo sacco da viaggio.
La caverna era spaziosa, assai alta, sorretta qua e là da enormi colonnati naturali ed abbellita da un’infinità di stalattiti e di stalagmiti e da ammassi di prismi quarzosi, che alla luce della torcia scintillavano come fossero enormi diamanti. In un angolo si apriva una specie di galleria bassa, che pareva si prolungasse assai. Il marchese e Sanchez, che si erano spinti fin là, tendendo gli orecchi udirono un cupo muggito che veniva dal fondo.
— Che sia il vento? — chiese il brasiliano.