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capitolo i. — il negriero. 9

— Se vi ho detto che non lo conosco ancora.

— È vero, ma allora come farete per averlo?

— Se io m’imbarco sul battello costiero, come vorreste che io conducessi con me senza chiasso un ragazzo di sedici anni? M’immagino che il figlio della marchesa non sia tale da seguirmi senza opporre resistenza, e metterebbe in subbuglio i marinai e i passeggieri del battello.

Carramba! Che uomo prudente! — esclamò il negriero con sincera ammirazione. — Mi direte almeno come vi recherete laggiù.

— Con un’imbarcazione a vapore che ho preso a nolo la scorsa settimana.

— Ma come farete a condurre il ragazzo?

— Lo addormenterò con un potente narcotico e lo condurrò a bordo del vostro legno, rinchiuso in una cassa.

— Ma si lascerà prendere?

— Ho in testa un piano che forse riuscirà. Nel caso, ricorrerò alla forza.

— Quanti uomini avete assoldato?

— Sei, signor Nunez.

— Volete alcuni marinai?

— Non sono necessari.

— Come vi piace. Quando sarete di ritorno?

— Oggi è venerdì, — disse il barone. — Da qui a Porto Alegre, quale distanza corre?

— Circa settecento miglia.

— La mia imbarcazione fila dieci nodi all’ora, quindi calcolo di impiegare circa sette giorni fra andata e ritorno; un altro lo occuperò nel rapimento. Potrete quindi tenervi pronto per la mezzanotte del 14 aprile, alla bocca del porto, dinanzi al faro.

— Sta bene; ci sarò.

— Badate che le vele siano sciolte e tutto l’equipaggio a bordo.

— Sarò puntuale come un orologio. —

Di Chivry gettò sulla tavola una manciata di reis, poi si alzò.

— Addio, capitano, — disse. — Fra poche ore, parto pei porti del sud.

— Buona fortuna, signor di Chivry.