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Capitolo Quarto.

Gli orsi della Sierra Nevada.



Il vento della notte aveva prodotto un cambiamento di tempo. Enormi masse di vapori si erano accumulate sulle ripide cime della nevosa Sierra, nascondendo le più elevate, e si vedevano turbinare, sui fianchi delle aspre montagne ed attorno alle rupi, nembi di nevischio.

Il Whitney era scomparso; ma lassù udivasi il vento ruggire con estrema violenza, quantunque la stagione fosse assai avanzata; nel seno delle nubi si udiva, ad intervalli, rullare il tuono.

Raffiche impetuose scendevano, scuotendo e curvando i giovani pini e facendo oscillare fortemente le cime altissime dei più vecchi e dei più giganteschi, e si perdevano in fondo alle valli od attraverso le gole.

Sanchez era diventato inquieto e si fermava spesso guardando le alte vette delle montagne. Era sceso di sella e conduceva il suo cavallo per la briglia, cercando di scoprire i sentieri sotto lo strato di neve, che diventava sempre più profondo e più difficile ad attraversare, a causa della ripidità dei pendii.

— Temete qualche uragano? — gli chiese il marchese, che era pure disceso di sella, per meglio aiutare il mustano.

— Sì, señor, — rispose il messicano. — Lassù avremo da affrontare una vera bufera.