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92 emilio salgari

sapendo che il governatore, se l’avesse saputo, l’avrebbe fatta uccidere, li trafugò in un bosco in attesa d’una carovana.

I due piccini disgraziatamente si perdettero, ma, trovati da una donna, furono condotti in casa di certo Haris, nemico acerrimo di Hussein e di Muslin.

La moglie fece loro buona accoglienza, li baciò, lavò loro i piedi, diede a loro da mangiare e da bere e li nascose in una stanza oscura; ma alla notte suo marito li udì piangere e, scopertili, li afferrò pei capelli, ferì la moglie e la figlia che cercavano di difenderli, li decapitò sulla riva d’un fiume e portò le teste al governatore per ricevere la ricompensa. Questi invece, vedendo le sanguinanti teste dei due bambini, si mise a piangere e fece decollare l’inumano Haris.

Narra la leggenda che, quando le teste dei piccini furono gettate nel fiume, i corpi risalirono a galla e si ricongiunsero ad esse.

Frattanto Hussein erasi rinchiuso in Kufa con soli sessantadue compagni ed era stato subito assediato da trentamila assiri. Secondo alcuni storici, resistette due giorni, secondo altri, venti, ed essendo rimasto solo, fu circondato, ferito e gettato da cavallo.

Si ordinò ai soldati di decapitarlo, ma nessuno osava lordarsi le mani col sangue del discendente di Maometto. Due uomini però, certi Sinau e Shamar-Zil, vinti dall’oro, si avvicinarono al ferito, ma il secondo si era nascosto il viso con un velo, per non essere riconosciuto.

— Chi sei tu? — gridò Hussein a Shamar. — Levati il velo.

Il soldato obbedì.

— Aspettate un momento — riprese Hussein con voce fioca. — Oggi è venerdì, il giorno festivo dei Musulmani, ed è l’ora della preghiera. Lasciatemi vivere un istante ancora per pregare.

Si prostrò, ed i due soldati gli piombarono addosso, staccandogli la testa dal busto con due colpi di scimitarra.

Il capo sanguinante del califfo fu portato per la città infisso su di una lancia, e narrano gli storici musulmani e persiani, che dappertutto faceva dei miracoli sorprendenti.

Finalmente la testa fu deposta in una moschea, ed i soldati assiri che erano di guardia, con loro grande sorpresa videro sorgere gran numero di persone, le quali si recavano a baciarla.

Un soldato più coraggioso degli altri volle avvicinarsi, ma ricevette uno schiaffo potente, mentre una voce gridava: