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il re della montagna 69

— Nadir, portami teco, io t’amerò per tutta la vita.

— Amarmi!... — riprese egli con voce triste. — Forse che è possibile che una donna ami il Re della Montagna?... Strano destino!... Se non avessi mai lasciato le selvagge balze de’ miei rifugi! Almeno lassù avrei sempre ignorato che nel mondo vi sono tante donne infelici, schiave di uomini corrotti e dispregevoli.

Il giovanotto, in preda ad una cupa disperazione, che, invece di calmarsi alle parole affettuose di Fathima, pareva che sempre più ingigantisse, si coprì il volto colle mani, tergendo con dispetto due lagrime, le prime forse che versasse dacchè erasi dato alla vita libera dei monti.

— Nadir, non piangere, chè io t’amo! — esclamò Fathima.

— Tu sei perduta pel povero Nadir, o Fathima.

— No!...

— No?... Ma se tu rifiuti di ubbidire a quel vecchio, egli ti spezzerà, e la rovina piomberà terribile sulla tua casa, poichè mi hanno detto che il re è l’uomo più potente della Persia.

— Ma io posso fuggire!

— Fuggire!...

— Sì, e con te!...

— Fathima!...

— Mi ami?...

— Sì, t’amo!... — esclamò Nadir. — E tu me lo chiedi? T’amo d’un amore che non ha confini, t’amo come i fiori amano il sole, come le aquile le alte vette e gli spazi luminosi, come il leone ama la preda, come il mare le tempeste!...

— Ah! Quale felicità, mio valoroso Nadir.

Nadir le si avvicinò:

— Mia, mia!... — esclamò egli stringendosi sul cuore la testa di Fathima. — Tu sarai proprio mia!...

— Sì, tua, viva e morta.

— E fuggirai con me?

— Fuggirò con te, Nadir.

— Sulla mia montagna?

— Dove tu vorrai e dove potremo trovare un mollah che ci unisca per sempre.

— Ma dunque tu non solo mi ami, ma fidi nella mia lealtà.

— Sì, perchè tu sei prode.