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il re della montagna 53

azzurra luce, facendo spiccare vivamente i minareti e le terrazze, le arrotondate cime delle moschee e le fronzute vette degli alberi.

Un venticello fresco fresco, che scendeva dalle punte del Demavend, passava al disopra di quelle case e di quegli alberi, carico d’inebbrianti profumi.

Nadir appoggiò la testa sulle mani e rimase immobile, aspirando quei profumi, che pareva diventassero più penetranti.

Ad un tratto si scosse. Il suo pensiero era corso alla montagna, sulla quale lo attendeva, in preda a chissà quali ansie, il vecchio Mirza.

— Povero vecchio — mormorò. — Quale disperazione quando vedrà ritornare i compagni senza di me! E forse a quest’ora essi salgono le balze della montagna e forse il più agile ha recato alle torri la novella della mia scomparsa!

«Mi crederà morto, o forse ferito, o, peggio ancora, prigioniero di quegli uomini ch’egli tanto temeva perchè io sono... chissà mai chi... Povero Mirza, come piangerà, egli che mi adora e che per me avrebbe sfidata la morte la più crudele.

«Ah! E se io lasciassi questo luogo e tentassi di passare fra le sentinelle? Forse risparmierei a quel buon vecchio mille angosce... E perchè no?... Sono agile, sono forte, ho il mio kandjar, ed i nemici che qui intorno vegliano, non mi aspettano...»

Si rialzò come se avesse presa una improvvisa risoluzione, ma il suo pensiero era corso, nel momento in cui disponevasi a balzare nel giardino, a Fathima, ed il suo cuore aveva provato una strana sensazione.

— Fuggire, così, senza nulla dire a quella donna, che tutto ha tentato per salvarmi — mormorò. — E forse... forse non rivederla più... più mai!...

«No... no, Nadir...»

Si passò le mani fra i capelli e si guardò attorno, meravigliato delle ultime parole sfuggitegli dalle labbra.

— No... forse non rivederla più — ripetè. — Perchè dissi questo?... Perchè questa tema di non rivederla mai più?... E perchè questo battito del cuore quando il mio pensiero corre a lei?

«Che sento io?... Ah! Ecco quella strana sensazione che provavo lassù sulla montagna, quando il vento mormorava dolcemente sotto le foreste, quando l’aria era imbalsamata dal profumo dei fiori,