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192 | emilio salgari |
Quel piccolo esercito, parte schierato sulla piazza, parte sotto gli spaziosi porticati, o scaglionato sulle ampie terrazze del palazzo, alle scariche dei partigiani del giovane sciàh rispondeva con un fuoco tremendo, tempestando tutte le case vicine e coprendo le vie di piombo e di mitraglia.
Quel fuoco però non arrestava i quattro corpi che s’avanzavano a passo di carica verso la piazza, impazienti di venire alle mani. La popolazione che non faceva parte della congiura, non aveva opposto resistenza; anzi, vedendo passare quel fiero giovanotto seguito da quel gruppo di cavalieri che urlavano sempre: «Viva Nadir sciàh!» presi da subitaneo entusiasmo, lo acclamavano dalle finestre, dai poggiuoli e dalle terrazze, ed univano le loro grida a quelle del seguito.
Quando Nadir raggiunse i montanari, che erano seguiti da duemila Kadjars, un urlo immenso echeggiò, coprendo le scariche di moschetteria ed il tuonare delle artiglierie:
— Viva il nostro sciàh!
— Avanti, miei prodi! — gridò Nadir. — Al palazzo!... al palazzo!...
I fieri montanari, col fucile in mano, affrettarono il passo, seguiti sempre dai Kadjars, che emettevano, come è loro uso, urla selvagge.
Dalla parte della piazza la fucileria diventava più intensa. Senza dubbio i Curdi o le tribù militari si azzuffavano già colle guardie reali.
I montanari si slanciarono di corsa verso la piazza. Lo sbocco della via era chiuso da parecchie compagnie di guardie e da due pezzi di cannoni, ma in un baleno quei soldati furono spazzati via, i cannoni presi d’assalto, ed i valorosi figli del nevoso Demavend, guidati dal giovane re, irruppero furiosamente nella piazza.
Avevano gettati i fucili ed impugnati i kandjar.
Le truppe del re, ammassate sotto i portici, li accolsero con scariche micidiali, ma i montanari, sospinti dalle tribù dei kadjars, si scagliarono contro i difensori, mentre i Curdi, le tribù militari, i Jakaroubâch e gli Erechlou scacciavano i soldati che occupavano gli sbocchi delle vie, validamente aiutati dalla popolazione, che ormai, rimessasi dalla sorpresa, accorreva in massa alla difesa del legittimo sovrano.
Una mischia orrenda s’impegnò sulla vasta piazza reale. Le