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il re della montagna 175

Giunti sull’altipiano, scesero dai cavalli e si schierarono in attesa del loro futuro signore, mentre i montanari si disponevano dietro di loro in forma di semicerchio, appoggiati ai loro lunghi fucili a pietra.

Nadir andò loro incontro e diede il tradizionale benvenuto:

— Allah sia con voi!

Allora Mirza, facendosi innanzi ed indicando il giovane re, disse, mentre Harum innalzava sulla capanna una bandiera reale col sole fiammeggiante nel mezzo ed un leone rampante:

— Ecco il vostro signore, il legittimo sciàh della Persia, padrone dell’Iran, dei monti e delle pianure, dei fiumi, delle città e dei popoli racchiusi nei nostri confini.

I quaranta cavalieri si inginocchiarono, toccando la terra colla fronte e dicendo:

— Noi deponiamo le nostre vite nelle mani del potentissimo signore dell’Aserbeidjan, del Chilan, del Masen-Deran, del Dahistan, del Taberistan, Kumis, Khorassan, Kouhistan, Kerman, Farsistan, Irak, Laristan, Khousistan e Kurdistan1: giuriamo fedeltà sul sacro Corano del Profeta e che Allah maledica chi infrangerà il giuramento.

Poi, quattro di loro, i più anziani, s’alzarono e si avvicinarono a Nadir. Uno disse:

— Io sono il khan dei Curdi. comanda.

— Io, — disse il secondo, — sono il khan delle tribù riunite dei Jakaroubâch e degli Erechlon sotto il nome di Kadjars: i miei uomini sono tuoi.

— Ed io, — disse il terzo, — sono il più vecchio dei begler-beg: giuro fedeltà per le nostre città al nuovo sciàh dell’Iran.

— Ed io, — disse l’ultimo, — sono il khan delle tribù militari e rispondo della fedeltà dei miei cavalieri.

— Grazie, miei prodi — disse Nadir. — Saprò compensare la vostra fedeltà, quando risalirò sul trono di Luft-Alì.

Allora tutti i quaranta cavalieri si alzarono e unitamente ai montanari gridarono:

— Viva Nadir sciàh!

  1. Sono i nomi delle quattordici province persiane.