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144 emilio salgari

Un uomo a cavallo apparve alla svolta del sentiero e alzando la testa verso il castello rispose:

— Giungiamo, Re della Montagna.

— Il mollah è con te? — gridò Mirza.

— Lo conduciamo noi — rispose il montanaro.

— Affrettati, chè il sole è tramontato.

Le tenebre calavano rapidamente nelle vallate della montagna. I picchi nevosi delle alte regioni erano ancora indorati dagli ultimi raggi dell’astro morente, ma assumevano già una tinta grigiastra.

Le foreste erano ormai diventate oscure e non si scorgevano più i loro tronchi. Gli onagri s’affrettavano a raggiungere i loro covi notturni, e le aquile e i falchi calavano a stormi, celandosi fra le alte rupi o fra i merli delle vecchie torri. Un vento freddo, gelato, scendeva dalle vette, facendo stormire le fronde degli alberi, mentre in cielo cominciavano ad apparire i primi astri.

Harum, il mollah e la scorta affrettarono la marcia, superarono quasi di galoppo gli ultimi pendii della valle e s’arrestarono dinanzi al castello, dove li attendevano i montanari invitati alla festa.

Mirza, dopo aver dato ordine che si accendessero tutte le lampade delle sale, andò a ricevere alla porta maggiore del castello, che per la prima volta dopo tanti anni si apriva, il mollah, dandogli il benvenuto, poi lo aiutò a scendere dal cavallo e lo introdusse nella grandiosa sala terrena, dove gli fece offrire dolci e gelati, secondo l’uso persiano.

Mentre il sacerdote musulmano, un bel vecchio dalla lunga barba bianca, coperto da una lunga zimarra chè gli scendeva fino alle scarpe e d’un grande turbante che gli scendeva fino agli occhi, gustava i dolci, Harum saliva nella stanza di Nadir.

— Tutto è pronto, Re della Montagna — gli disse entrando. — Il mollah attende gli sposi: affrettiamoci.

— Una domanda prima, mio fedele Harum — disse il giovinotto. — Contro chi hai sparato quei due colpi di fucile?

— Non lo so, Re della Montagna — rispose il montanaro.

— Hai veduto qualcuno aggirarsi presso le valli? Dei nemici forse? Harum, io non so il perchè, ma io, che mai conobbi la paura, questa sera tremo.

— Che cosa temi?